Il Marsala è un vino liquoroso siciliano dalla storia antichissima; uno dei protagonisti di questa storia è il mercante inglese John Woodhouse che nel 1773 arrivò nella città di Marsala.
Secondo la leggenda durante questa visita Woodhouse assaggiò il vino locale, che invecchiato in botti scolme aveva un gusto simile allo Sherry e al Porto, due dei vini liqurosi più famosi a quel tempo.
Il vino piacque molto a Woodhouse che decise di comprarne alcuni barili da riportare in madrepatria, aggiungendo però acquavite di vino per preservarne le caratteristiche durante il lungo viaggio in mare.
Il Marsala riscosse un tale successo nel Regno Unito che Woodhouse decise di tornare a Marsala e iniziarne la produzione su larga scala utilizzando il metodo Soleras; questa procedura consiste nel disporre delle botti su alcune file sovrapposte, iniziando a riempire di vino solo le botti più in alto; dopo un anno una parte del vino viene travasato nelle botti che si trovavano al livello inferiore e quelle superiori vengono riempite con il nuovo vino; il procedimento si ripete di anno in anno in modo che il vino presente nelle botti del livello più basso, pronto per il consumo, risulta composto da uve di annate diverse, e di anno in anno acquisisce caratteristiche sempre più particolari.
I primi tentativi nella creazione di un disciplinare di produzione risalgono al 1931; il Marsala inoltre è stato il primo vino siciliano a ricevere la DOC nel 1969. Secondo il disciplinare può essere prodotto con i seguenti vitigni, quasi tutti autoctoni dell’isola: Grillo, Catarratto, Ansonica e Damaschino per il Marsala oro e ambra; Perricone, Nero d’Avola e Nerello Mascalese per la versione rubino.
Durante la fermentazione si effettuano i travasi che favoriscono il contatto tra l’aria e il vino e quindi consentono l’ossidazione, il fenomeno che dona al Marsala i suoi profumi caratteristici di uva passita e mandorle; alla fine della fermentazione si procede all’aggiunta di etanolo (alcol etilico) di origine vitivinicola e/o di acquavite di vino, al fine di elevare il tenore alcolico, e dopo si procede all’invecchiamento.
Esistono diverse tipologie di Marsala, tra cui le più prestigiose sono il Marsala Vergine e il Marsala Vergine Riserva: il primo subisce un invecchiamento in legno di 5 anni prima di essere messo in commercio mentre il secondo di addirittura 10 anni!
Per gli abbinamenti dobbiamo distinguere tra Marsala dolce, semisecco e secco: la versione dolce è perfetta con dessert alla crema oppure al cioccolato, il Marsala semisecco si sposa bene con dolci alla frutta come crostate ma anche con formaggi molto stagionati come il Grana Padano. In ultimo la versione secca è ottima all’aperitivo, magari insieme ad una bottarga di tonno.
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