L’Amarone è un vino conosciuto in tutta Italia con moltissimi estimatori. È protagonista di cene e occasioni importanti, ma sapevate che, al contrario del fratello dolce Recioto, ha una storia di appena ottant’anni?
E sapevate che è nato da un errore involontario? Verso la metà del secolo scorso in una cantina della valpolicella venne dimenticata una botte di Recioto che stava fermentando, lasciando tempo ai lieviti di trasformare tutti gli zuccheri in alcol. Quando la botte venne ritrovata e se ne assaggiò il contenuto la sorpresa e la scoperta furono davvero sensazionali. Questo vino prese il nome di Amarone, per distinguersi dal più dolce Recioto, e ben presto diventò per antonomasia il vino della Valpolicella.
Prima di spiegarne caratteristiche e peculiarità è necessario capire le differenze che ci sono fra questi due “fratelli”, simili ma allo stesso tempo diversi: entrambi sono ottenuti utilizzando le stesse uve tra cui le più importanti sono sicuramente Corvina, Corvinone e Rondinella.
Le uve sono raccolte a mano nel mese di settembre e lasciate appassire naturalmente in apposite cassette di legno o plastica. Durante questo processo l’acqua all’interno degli acini evapora naturalmente lasciando che gli zuccheri si concentrino maggiormente. Da settembre a gennaio quindi le uve riposano e appassiscono fino al momento della pigiatura. Arrivate a questa fase le concentrazioni zuccherine sono ai massimi livelli e questo consente di ottenere un vino maggiormente strutturato e con una gradazione alcolica superiore, caratteristiche perfette per vini delle grandi occasioni.
La differenza tra Amarone e Recioto si gioca tutta durante la fase della fermentazione. Nel caso dell’Amarone infatti tutta la parte zuccherina è trasformata in alcol. In questo modo si ottiene un vino strutturato, deciso e tannico; nel Recioto invece la fase della fermentazione è interrotta a metà al fine di ottenere un vino da dessert con una parte zuccherina molto importante.
In realtà l’Amarone è un vino che necessita di poche presentazioni; la sua fama lo precede e ha un posto speciale nel cuore di qualunque appassionato di vino. Talmente unico che non ha sempre bisogno di abbinamenti specifici per essere degustato al meglio: è infatti considerato anche un vino da meditazione, da gustare tranquillamente da solo a fine pasto, grazie ai forti sapori e agli intensi profumi che emana.
Per quanto riguarda gli abbinamenti, si sposa benissimo con una selezione di formaggi stagionati (Grana Padano, Parmigiano Reggiano e Monte Veronese) ed è ottimo anche con piatti a base di carni (agnello, cinghiale, selvaggina, vitello), mentre a Verona è tipico il risotto all’Amarone. Il Recioto, invece, si accompagna egregiamente con pasticceria secca e cioccolato fondente.