Il Sangiovese è il vitigno da cui si ottengono alcuni dei vini più famosi al mondo, come il Chianti e il Brunello di Montalcino. È coltivato in tutta l’Italia Centrale ma alcune delle sue espressioni migliori le troviamo sicuramente in Toscana. Questo vitigno ha origini molto antiche, come tale è conosciuto fin dal 1500, ma la sua origine è molto probabilmente etrusca, in particolare sembra provenire dalla zona a nord del Tevere. Ma come è nato il nome Sangiovese? Ci sono diverse teorie che rispondono a questa domanda: una sostiene che derivi da “sangiovannese” ossia originario di San Giovanni Valdarno (in provincia di Arezzo), mentre un’altra che venga da “sangue di Giove”, riferendosi al Monte Giove, nei pressi di Santarcangelo di Romagna.
In molte regioni, inoltre, ci sono diverse varietà tradizionali, come nel caso della Toscana in cui si distingue tra il Sangiovese Grosso, conosciuto come Brunello a Montalcino e Prugnolo Gentile a Montepulciano ed il Sangiovese Piccolo, diffuso in gran parte della regione. Questa distinzione, però, sta venendo progressivamente abbandonata anche all’interno di alcuni disciplinari come quello del Brunello di Montalcino DOCG che non cita più il “Sangiovese Grosso“, ma solo “Sangiovese“.
Il Sangiovese è diffuso anche in Umbria, dove va a comporre alcuni i rossi più rappresentativi, in purezza o in assemblaggio, ricordiamo il Torgiano e il Rosso di Montefalco e nelle Marche, dove svolge un ruolo da protagonista insieme al Montepulciano in alcuni dei rossi più famosi della regione come nel Rosso Conero e nel Rosso Piceno. In Emilia-Romagna, invece, si trova come Sangiovese di Romagna e nei Colli di Faenza.
Il Sangiovese non viene coltivato solo in Italia ma anche all’estero, in particolare in California (Napa Valley e Sonoma), in Argentina (Mendoza) e in Australia. Tale diffusione rende difficile dare una descrizione assoluta del vino che si ricava dal Sangiovese, le cui varie espressioni vanno dal vino rosso più economico ai vertici qualitativi del Brunello di Montalcino. In linea generale si può affermare che i vini prodotti con Sangiovese in purezza hanno un’acidità piuttosto elevata e un alto contenuto di tannini, colore moderato e una struttura media. Questo vitigno a maturazione tardiva ha un grande potenziale produttivo quindi i viticoltori tendono ad adottare pratiche colturali scrupolose per limitarne la resa e favorire un raccolto più limitato ma di qualità più alta. Spesso per mitigare la sua naturale “ruvidità” viene assemblato con vini prodotti da altre uve, come il Canaiolo Nero nel Chianti e nel Torgiano Rosso in Umbria.
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